Terminate le mie ferie, si ritorna alla vita "normale" ma con una costante che ci ha accompagnati per tutta l'estate: la manovra economica che è in discussione in Parlamento. L'ennesimo atto scelerato nei confronti degli italiani, quelli onesti soprattutto, l'ennesima prova di quali siano gli interessi che questo governo di destra - oscurantista - difende a spada tratta, calpestando anche diritti considerati fino a poco tempo fà acquisiti.
E c'è un altor dato costante: l'inerzia degli italiani, l'ignavia oserei dire, il silenzio assordante di un popolo che, calpestato oramai ogni giorno in ogni sua parte, sta in silenzio e soffre - così dicono tutti i dati economici e sociali - che china il capo e guarda altrove, al mare, alle vacanze, alle riviste di pettegolezzi sulla spiaggia, alle giornate estive "spensierate". Le cicale che vedono lo sterco intorno a se e ci sguazzano dentro col sorriso, quelle che sanno che l'inverno è alle porte - da tempo direi - e continuano ostinatamente a godersi gli ultimi giorni di sereno perchè tanto poi una soluzione la troviamo, poi...
Italiani popolo che quindi dimostra di amare chi lo penetra così, chi lo prende per il.... per i fondelli. ricordo l'anno scorso questo paragone che Luttazzi fece parlando di assuefazione degli italiani alle inc......, alle "penetrazioni" di Berlusconi... alla indifferenza prima, se non alla goduria poi, con cui gli italiani lo aspettano e lo ricevono allegramente. Eh si, gli italiani se lo prendono dentor ben bene questo Presidente, lo amano per questo probabilmente. Noi, italiani senza attributi, senza indignazione, senza rabbia, senza dignità.
mercoledì 31 agosto 2011
sabato 13 agosto 2011
BERLUSCONI SENZA MASCHERE: LE MANI - SUE - NELLE TASCHE, NOSTRE
Ed ecco l'epilogo della favola - o dell'incubo in base ai punti di vista: Berlusconi messo all'angolo dall'Europa, deve gettare la maschera e riconoscere implicitamente il suo fallimento. Tre anni di falsità, di analisi ottimistiche, di fiducia frettolosa, di sottovalutazione dei rischi e quindi di mancanza di misure per prevenire. Ma si sà, gli italiani fanno fatica a prevenire, preferiscono curare, e a caro prezzo, e questo è quello che evidentemente meritiamo, anche grazie alle scelte degli italiani nella cabina elettorale.
Ecco i risultati della manovrona dell'estate 2011: 195 MILIARDI DI EURO in tre anni, il cui peso ricadrà per la maggiorparte su chi già paga, sui ceti medi, su chi ha bisogno dei servizi pubblici di base. E non bastano le misure sui tagli ai costi della politica - ovviamente necessari e sacrosanti, anche se numericamente non rilevanti - a giudicare positiva una manovra che si abbatterà come una scure sui già disastrati redditi delle famiglie italiane, tagliando i fondi già sforbiciati ai ministeri, riducendo notevolmente i fondi per gli enti locali (tradotto: 6mld a Regioni, Comuni e Province + 8,5mld ai Ministeri: nuove tasse locali per tutti); altre accise sui carburanti, deroghe ai contratti nazionali di lavoro, e via dicendo.
Le poche misure di compensazione - finalmente recepite, dopo 2 anni di richieste esplicite da parte del PD, tipo la tassazione sulle rendite finanziare dal 12,5% al 20% o la reintroduzione della tracciabilità (solamente fissata a 2500 euro) non sono certo sufficienti a riequilibrare una manovra che avrà ricadute pesantissime su tutti noi.
GLI ITALIANI PAGANO L'INCAPACITA' DI QUESTO GOVERNO
Ecco i risultati della manovrona dell'estate 2011: 195 MILIARDI DI EURO in tre anni, il cui peso ricadrà per la maggiorparte su chi già paga, sui ceti medi, su chi ha bisogno dei servizi pubblici di base. E non bastano le misure sui tagli ai costi della politica - ovviamente necessari e sacrosanti, anche se numericamente non rilevanti - a giudicare positiva una manovra che si abbatterà come una scure sui già disastrati redditi delle famiglie italiane, tagliando i fondi già sforbiciati ai ministeri, riducendo notevolmente i fondi per gli enti locali (tradotto: 6mld a Regioni, Comuni e Province + 8,5mld ai Ministeri: nuove tasse locali per tutti); altre accise sui carburanti, deroghe ai contratti nazionali di lavoro, e via dicendo.
Le poche misure di compensazione - finalmente recepite, dopo 2 anni di richieste esplicite da parte del PD, tipo la tassazione sulle rendite finanziare dal 12,5% al 20% o la reintroduzione della tracciabilità (solamente fissata a 2500 euro) non sono certo sufficienti a riequilibrare una manovra che avrà ricadute pesantissime su tutti noi.
GLI ITALIANI PAGANO L'INCAPACITA' DI QUESTO GOVERNO
lunedì 1 agosto 2011
ROMA, CAPITALE DI GOMMA
Ieri, domenica, avevo tentato di provare il servizio di bus navette che, per tutto il mese di agosto, sostituiranno le corse della linea A della metropolitana della capitale d'Italia; dopo un'attesa di circa 10 minuti alla fermata di Piazza Vittorio, arriva un autobus stracolmo di persone; oltre ad aver avuto un attimo di smarrimento, pensando di trovarmi a Calcutta o non so in quale altra città africana, ho ovviamente desistito dal tentare di salire a bordo e, tornando verso casa, ho giustamente aperto il lucchetto della bicicletta parcheggiata all'angolo della strada e mi sono diretto verso il centro. Sicuramente un percorso breve ma pieno di pericoli, nonostante fossi anche agevolato dalla chiusura al traffico domenicale di via dei Fori Imperiali.
A questo uniamo i lavori, oramai annuali, dell'ammodernamento del nodo di cambio a Termini, dei disagi lungo il percorso della linea B1.
Basta poco a Roma per rendersi conto, ogni santo giorno, dell'inadeguatezza dei trasporti pubblici locali e di come la miopia (e gli interessi?) della classe politica e dirigente della città - purtroppo non solo quella capitolina - sia la causa dei disagi che le persone comuni devono costantemente sopportare. Ci si rende conto soprattuto di come Roma sia una città "di gomma", cioè un luogo che ha adottato come modello di sviluppo quello basato sullo spostamento su quattro ruote. E così la capitale d'Italia si ritrova con una rete di trasporti pubblici su ferro da vergognarsi al confronto delle altre capitali europee, sia come lunghezza in km che come qualità del servizio.
E direi che non c'è nessuna scusa che tenga, non c'è nessun ritardo nei lavori di consegna della nuova linea C o del tratto della B1 che possa far giustificare qualcuno dei politici presenti - o dei passati - sul fatot che non si è fatto abbastanza. I cittadini che non possono usufruire d servizi di trasporto pubblico efficienti e sufficienti, sono cittadini di serie B, sono cittadini che vedono mancare alcuni dei loro diritti, sono cittadini che sono esposti alla logica di mercato anche su questo, dove chi ha di più può spostarsi con più libertà (ma comunque con più stress di un pari cittadino europeo) e chi ha di meno vive una sorta di libertà "confinata", limitata nei tempi e negli spazi. Roma ha bisogno di un rilancio nel programma di sviluppo della rete ferroviaria metorpolitana: ha bisogno di progetti . lunghi nella redazione, ma più precisi e più corretti - e quindi di cantieri precisi e rapidi.
Roma ha bisogno di riprendere rapidamente il progettodella linea D della metropolitana, di allungare i percorsi delle attuali linee A e B e portare i capolinea fuori dal raccordo per creare dei veri poli intermodali di scambio e permettere, a chi viene dai comuni vicini, di non accedere al G.R.A.; ha bisogno di potenziare l'integrazione fra linee sotterranee della metropolitana e linee di superficie dell'anello ferroviario, aumentando le corse, creando un sistema di nodi di scambio efficaci, funzionali, con percorsi facilmente percorribili e isolati dal traffico veicolare. In poche parole Roma ha bisogno della "democrazia del ferro".
A questo uniamo i lavori, oramai annuali, dell'ammodernamento del nodo di cambio a Termini, dei disagi lungo il percorso della linea B1.
Basta poco a Roma per rendersi conto, ogni santo giorno, dell'inadeguatezza dei trasporti pubblici locali e di come la miopia (e gli interessi?) della classe politica e dirigente della città - purtroppo non solo quella capitolina - sia la causa dei disagi che le persone comuni devono costantemente sopportare. Ci si rende conto soprattuto di come Roma sia una città "di gomma", cioè un luogo che ha adottato come modello di sviluppo quello basato sullo spostamento su quattro ruote. E così la capitale d'Italia si ritrova con una rete di trasporti pubblici su ferro da vergognarsi al confronto delle altre capitali europee, sia come lunghezza in km che come qualità del servizio.
E direi che non c'è nessuna scusa che tenga, non c'è nessun ritardo nei lavori di consegna della nuova linea C o del tratto della B1 che possa far giustificare qualcuno dei politici presenti - o dei passati - sul fatot che non si è fatto abbastanza. I cittadini che non possono usufruire d servizi di trasporto pubblico efficienti e sufficienti, sono cittadini di serie B, sono cittadini che vedono mancare alcuni dei loro diritti, sono cittadini che sono esposti alla logica di mercato anche su questo, dove chi ha di più può spostarsi con più libertà (ma comunque con più stress di un pari cittadino europeo) e chi ha di meno vive una sorta di libertà "confinata", limitata nei tempi e negli spazi. Roma ha bisogno di un rilancio nel programma di sviluppo della rete ferroviaria metorpolitana: ha bisogno di progetti . lunghi nella redazione, ma più precisi e più corretti - e quindi di cantieri precisi e rapidi.
Roma ha bisogno di riprendere rapidamente il progettodella linea D della metropolitana, di allungare i percorsi delle attuali linee A e B e portare i capolinea fuori dal raccordo per creare dei veri poli intermodali di scambio e permettere, a chi viene dai comuni vicini, di non accedere al G.R.A.; ha bisogno di potenziare l'integrazione fra linee sotterranee della metropolitana e linee di superficie dell'anello ferroviario, aumentando le corse, creando un sistema di nodi di scambio efficaci, funzionali, con percorsi facilmente percorribili e isolati dal traffico veicolare. In poche parole Roma ha bisogno della "democrazia del ferro".
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