E' partita ufficialmente la campagna elettorale 2013 anche per il Partito Democratico: dal teatro Ambra Jovinelli di Roma si parte con i giovani che voteranno per la prima volta, quei giovani che incarnano la generazione più giovane che deve prendere in mano non il futuro ma il presente.
Un pomeriggio che é bastato a dare l'idea di cosa é diventato il PD oggi, da quando lo conobbi per la prima volta quasi quattro anni fà. E già oggi ho elaborato un bilancio, proprio oggi che invece parte un'avventura difficile e per questo entusiasmante, cioé quella di conquistare una vittoria che se ci sarà, sarà un momento storico per il centrosinistra italiano, un momento di svolta.
Ma se ci sarà questo momento di svolta ci sarà perché é il PD che ha saputo costruirla questa svolta. In quattro anni abbiamo costruito con fatica programmi, messo sul tavolo idee, discusso anche animatamente su punti chiave, dall'economia all'etica, ai diritti, attraversando momenti difficili, periodi di confusione, di paralisi, guizzi di ingegno e di nuovo momenti di catalessi.
Eppure tutto questo ha portato i frutti, una visione della società e di ciò che il nostro Paese vuole e deve essere per avere un futuro degno di ciò che l'Italia é stata, é e sarà per il mondo, una carta d'identità dei progressisti italiani che deve mettere in primo piano il valore dell'onestà come valore individuale, "che ti insegna tuo padre e tua madre", che attraverso la politica diventa valore per la collettività; la sobrietà nei costumi e nei comportamenti individuali di chi fa politica, perché chi fa politica deve anche sentire l'onere dell'esempio per tutti gli altri. Finalmente questa carta d'identità é arrivata a compimento, dove i nostri valori di riferimento e i nostri obiettivi sono finalmente chiari innanzi tutto a me stesso:
PARTECIPAZIONE: la partecipazione é la democrazia nel senso più bello e fecondo del termine, é il lavoro di un collettivo non l'espressione di un uomo solo, é il lavoro quotidiano dell'ascolto reciproco, é l'inclusione e non l'esclusione della diversità, é ciò che permette la sintesi fra posizioni differenti attraverso le regole comuni, é ciò che permette l'aggiornamento costante dell'orizzonte, é ciò che ci fà guardare non indietro ma avanti, verso il futuro.
LAVORO: il lavoro é un valore fondante dell'essere umano come soggetto inserito nella società. il lavoro come possibilità che ogni individuo ha di trasformare il mondo, il lavoro come diritto, il lavoro come strumento di piena realizzazione della persona umana, il lavoro come strumento di libertà individuale.
DIRITTI: i diritti della persona come parte integrante dell'esistenza dell'individuo, come strumenti di emancipazione, di eguaglianza e di libertà individuale e collettiva. Non i diritti per categoria o compartimenti stagni, ma i diritti come insieme di ciò che caratterizza un essere umano inserito nella società: il diritto allo studio, il diritto all'eguaglianza, il diritto alle pari opportunità, il diritto alla salute, il diritto al lavoro, il diritto all'autodeterminazione.
"Argento vivo"
sabato 19 gennaio 2013
lunedì 3 dicembre 2012
UN POPOLO DI GENTE NORMALE
PD Esquilino - la nostra "normalità" |
In questi giorni di febbrile attività in vista delle primarie di centrosinistra, oltre allo stress o ai confronti fra le diverse posizioni in campo, c'è sempre stato spazio di parlare delle cose di ogni giorno, dei problemi di lavoro di qualcuno o degli esami di diritto di altri, di mangiare insieme la torta portata da una "renziana" del gruppo, di fare colazione assieme alle 7.15 di mattina al nuovo bar cinese prima di andare ad aprire il seggio o di andare a mangiare una cosa dopo l'ennesima riunione; scherzando e ridendo insieme in barba al montare di polemiche fra "comitati" differenti, spesso più roba da giornale che fatti di consistenza reale.
Perché alla fine di questa avventura visssuta nell'ultimo mese, solo due parole resta nella memoria di molti di noi e dunque anche nella mia: la prima parola é "gruppo".
Gruppo perché abbiamo dimostrato ancora una volta - e soprattutto questa, in virtù di una vera competizione - di essere capaci di creare un dibattito senza che questo porti necessariamente ad una guerra fredda fra fazioni, proprio perché diventa sempre più chiaro a noi tutti il perché di una competizione e di un confronto interno, volto a trovare di volta in volta nuova linfa per il futuro, nuove sintesi e slancio verso nuove proposte.
La seconda parola é "normalità": normalità perché noi tutti, prima che militanti o simpatizzanti, siamo persone comuni, di quelle che hanno mille caratteristiche diverse e bisogni comuni, persone "normali" appunto. Normalità perché le primarie di ieri hanno decretato non solo una grande partecipazione di persone "normali" che abbiamo accolto, scambiandoci opinioni o semplicemente sorrisi; le primarie hanno sancito finalmente la vittoria di un candidato "normale", di chi ha messo davanti il contenuto alla forma, sfidando - a mio parere coraggiosamente - la storia italiana degli ultimi vent'anni in cui si é costruito, mattone dopo mattone, un modello di società "berlusconiana", fortemente basata sul leader superuomo, sui grandi contenitori molto comunicativi ma vuoti, un modello la cui superficialità, impattando con la più forte crisi dal dopoguerra ad oggi, ha generato un nichilismo ed un'avversione contro il "sistema" capaci di ritorcersi contro la società stessa.
E proprio perché facciamo parte di un popolo di gente comune e normale, sono contento oggi: c'é molta strada da fare ancora ma almeno con la sensazione che forse si può "guarire", che possiamo finalmente tornare ad occuparci della società parlando di noi, di ciò che siamo realmente, dei nostri difetti, delle nostre qualità e dei nostri problemi, dalla vita di tutti i giorni a chi fa politica rappresentando un popolo.
lunedì 19 novembre 2012
BERSANI...PERCHE' IO MI FIDO.
Ho iniziato la mia esperienza nel Partito Democratico quattro anni fà, con le Primarie del 2009 con le quali si eleggeva il segretario nazionale Pierluigi Bersani. Non ero un suo sostenitore durante quella campagna, votai Ignazio Marino: ero infatti convinto del fatto che, nel percorso di costruzione di un programma e di un'identità del PD, fosse necessaria una componente di freschezza ed innovazione su alcuni temi. La democrazia ha le sue regole - altrimenti non sarebbe tale - e dal giorno dopo Bersani é stato il segretario mio e di tutti.
Nei quattro anni successivi, il PD di Bersani ha lavorato con continuità, anche con difficoltà a volte, a costruire un percorso di idee, ad elaborare documenti programmatici, a risolvere le questioni più delicate, come ad esempio quelle legate ai diritti civili, ad intessere una tela di alleanze nonostante l'Italia e la politica vivessero e vivono ancora un passaggio delicatissimo eppure fondamentale.
Nonostante tutto, ci siamo arrivati: dopo quattro anni, oggi, le Primarie del centrosinistra e cinque candidati. La domanda fondamentale da porsi - e che mi son posto - per scegliere il candidato giusto é la seguente: "chi fra i cinque candidati é il più adatto a rappresentare l'intera coalizione di centrosinistra ed a svolgere il ruolo di Presidente del Consiglio? Chi fra questi rappresenta nella maniera più completa lo spirito del centrosinistra che si candida a governare l'Italia?".
Di fronte a queste domande non ho potuto avere esitazioni, ho scelto Pierluigi Bersani. Perchè?
Perché Bersani é stato già un buon amministratore ed é una persona competente, auterevole ed umana.
Perché il Ministro Bersani per primo ha creduto nello sviluppo delle energie rinnovabili, perché non ha solo annunciato le liberalizzazioni, le ha fatte.
Perché l'Italia ha bisogno di voltare pagina con i personalismi, perché il "noi" conta di più dell'io".
Perché il PD ed il centrosinistra crede nella forza rivoluzionaria delle riforme. E le riforme che riguardano la struttura stessa dello Stato, hanno bisogno di essere condivise da una maggioranza più ampia della propria per essere realmente le riforme di tutti.
Perché voglio essere rappresentato degnamente all'estero da una figura autorevole e degna di fiducia.
Perché voglio un'Italia che guardi all'Europa e che si senta europea, perché voglio un centrosinistra europeo che porti avanti il progetto di un' Europa unita.
Perché quando si va al governo non si governa solo per chi ti ha sostenuto, ma si governa per l'intero Paese.
Perché un vero leader é colui che sà scorgere i problemi futuri e cerca di arginarli anche sacrificando la propria popolarità, che pensa più a fare "per" che non a urlare "contro" qualcuno.
Perché per costruire un futuro migliore abbiamo bisogno dell'energia dei giovani ma anche dei consigli di chi ha più esperienza. Perché vorrei rottamare vecchi modi di fare e non persone. E per essere innovativi non é necessario essere più giovani di altri ma essere più coraggiosi e competenti.
Perché i diritti delle persone, dei disabili, delle donne, degli omosessuali, degli immigrati, dei giovani sono fondamentali per l'affermazione di una vera democrazia. Perché il diritto al lavoro é ciò che da dignità e futuro alla persona e non ciò che l'umilia o lo angoscia. Perché l'istruzione pubblica ed i servizi pubblici rendono i cittadini eguali e liberi.
Perché la moralità dev'essere la bussola che guida l'azione della politica e dei cittadini.
Perché guardando il mondo con gli occhi dei più deboli, si costruisce un mondo migliore per tutti e chi ha di più deve dare di più.
Perché credo nel progetto del PD e nei tantissimi volontari e sostenitori, giovani e meno giovani che ogni giorno donano parte del proprio tempo e delle proprie energie per costruire il futuro di tutti.
Perché di Pierluigi Bersani io mi fido.
Nei quattro anni successivi, il PD di Bersani ha lavorato con continuità, anche con difficoltà a volte, a costruire un percorso di idee, ad elaborare documenti programmatici, a risolvere le questioni più delicate, come ad esempio quelle legate ai diritti civili, ad intessere una tela di alleanze nonostante l'Italia e la politica vivessero e vivono ancora un passaggio delicatissimo eppure fondamentale.
Nonostante tutto, ci siamo arrivati: dopo quattro anni, oggi, le Primarie del centrosinistra e cinque candidati. La domanda fondamentale da porsi - e che mi son posto - per scegliere il candidato giusto é la seguente: "chi fra i cinque candidati é il più adatto a rappresentare l'intera coalizione di centrosinistra ed a svolgere il ruolo di Presidente del Consiglio? Chi fra questi rappresenta nella maniera più completa lo spirito del centrosinistra che si candida a governare l'Italia?".
Di fronte a queste domande non ho potuto avere esitazioni, ho scelto Pierluigi Bersani. Perchè?
Perché Bersani é stato già un buon amministratore ed é una persona competente, auterevole ed umana.
Perché il Ministro Bersani per primo ha creduto nello sviluppo delle energie rinnovabili, perché non ha solo annunciato le liberalizzazioni, le ha fatte.
Perché l'Italia ha bisogno di voltare pagina con i personalismi, perché il "noi" conta di più dell'io".
Perché il PD ed il centrosinistra crede nella forza rivoluzionaria delle riforme. E le riforme che riguardano la struttura stessa dello Stato, hanno bisogno di essere condivise da una maggioranza più ampia della propria per essere realmente le riforme di tutti.
Perché voglio essere rappresentato degnamente all'estero da una figura autorevole e degna di fiducia.
Perché voglio un'Italia che guardi all'Europa e che si senta europea, perché voglio un centrosinistra europeo che porti avanti il progetto di un' Europa unita.
Perché quando si va al governo non si governa solo per chi ti ha sostenuto, ma si governa per l'intero Paese.
Perché un vero leader é colui che sà scorgere i problemi futuri e cerca di arginarli anche sacrificando la propria popolarità, che pensa più a fare "per" che non a urlare "contro" qualcuno.
Perché per costruire un futuro migliore abbiamo bisogno dell'energia dei giovani ma anche dei consigli di chi ha più esperienza. Perché vorrei rottamare vecchi modi di fare e non persone. E per essere innovativi non é necessario essere più giovani di altri ma essere più coraggiosi e competenti.
Perché i diritti delle persone, dei disabili, delle donne, degli omosessuali, degli immigrati, dei giovani sono fondamentali per l'affermazione di una vera democrazia. Perché il diritto al lavoro é ciò che da dignità e futuro alla persona e non ciò che l'umilia o lo angoscia. Perché l'istruzione pubblica ed i servizi pubblici rendono i cittadini eguali e liberi.
Perché la moralità dev'essere la bussola che guida l'azione della politica e dei cittadini.
Perché guardando il mondo con gli occhi dei più deboli, si costruisce un mondo migliore per tutti e chi ha di più deve dare di più.
Perché credo nel progetto del PD e nei tantissimi volontari e sostenitori, giovani e meno giovani che ogni giorno donano parte del proprio tempo e delle proprie energie per costruire il futuro di tutti.
Perché di Pierluigi Bersani io mi fido.
domenica 18 novembre 2012
I BRONZI DI RIACE NON POSSONO SALVARCI
un'immagine dello stand della Calabria alla Borsa Europea del Turismo Archeologico di Paestum |
A chiunque penso verrebbe in mente di chiedersi "ma i siti archeologici di Calabria quali sono? Ma ci sono? Come sono?". E io che sapevo, mi sono chiesto dove fossero i vari Scolacium, Locri, Crotone, Sibari, i tanti musei archeologici, le torri che puntellano le coste, le abbazie dirute sui monti impervi...Come si fa a chiedere ai due bronzi di metterci la faccia, di coprire la nostra incompetenza, la sciatteria di un ente regionale e di un Assessorato al Turismo che nemmeno sà gestire uno stand promozionale in un importante contesto internazionale come la Borsa Europea del Turismo Archeologico di Paestum? Si sappia dunque che la Regione Calabria a Paestum é di fatto una regione fantasma, che sta li senza mostrare ciò che avrebbe da offrire, anzi, mostra prevalentemente l'inefficienza e l'incompetenza di chi non sa svolgere il proprio compito.
mercoledì 7 novembre 2012
OBAMA E LA BUSSOLA DEI DIRITTI
Dopo alcune ore di stanotte passate a leggere i dati sull'andamento dello spoglio per le elezioni USA, mi sono svegliato stamattina con la soddisfazione di leggere il risultato finale: Obama è di nuovo Presidente degli Stati Uniti.
Una vittoria difficile, non scontata, a seguito di una campagna elettorale dura con passaggi complessi.
E' difficile essere confermati alla guida di un popolo durante un periodo di crisi economica: è un'esperienza già vissuta da molti leader europei. Eppure Obama ce l'ha fatta.
Mi permetto di sottolineare almeno tre elementi caratteristici del governo Obama e dunque del risultato ottenuto oggi:
1. L'impegno dimostrato nella la volontà di mettere il lavoro al centro dell'azione di governo, sia pur declinato alla "maniera americana": la soluzione della crisi dell'industria dell'automobile Crysler è stato l'esempio più espplicito (che ha portato dunque al risultato decisivo dell'Ohio)
2. L'impegno nel sostenere le fasce più deboli della popolazione, specialmente con l'attuazione della riforma sanitaria, sia pur con le difficoltà legate alla tenuta dei conti pubblici e all'opposizione della Camera in mano ai repubblicani.
3. L'impegno sul tema dei diritti civili fin dalla prima campagna elettorale, con lo splendido risultato di stanotte riguardo ai referendum su marjuana e soprattutto sul matrimonio omosessuale in alcuni Paesi.
E' dunque chiara la bussola di Obama: lavoro, democrazia e solidarietà, diritti.
E' ora che anche in Italia la bussola cambi direzione.
NOI, CITTADINI D'EUROPA
Lo scorso week end ho avuto modo di rivedere qui a Roma, dopo tanti anni, un gruppetto di amici che, durante gli anni universitari, ho conosciuto durante il mio anno Erasmus a Paris e l'anno successivo qui a Roma. Un gruppetto composto da francesi, olandesi, spagnoli, tedeschi..Abbiamo passato molte ore a chiacchierare, ad aggiornarci sulle vite degli altri, a rivivere ricordi e luoghi a spasso per la città. E' stato emozionante e bellissimo oltre che interessante.
Fra un sorriso e l'altro, è stata un'occasione importante per scoprire una visione comune almeno su due riflessioni: il senso del progetto Erasmus che di recente è tornato alla ribalta per via della volontà di tagliarne i fondi, un progetto che tutti riteniamo davvero uno degli artefici principali per la creazione di una vera comunità europea di persone; la consapevolezza comune che solo l'Europa nella sua unità potrà dare un futuro al nostro continente e dunque nostre vite.
Ho constatato delle differenze certo: la situazione economica migliore in alcuni Paesi rispetto all'Italia, la situazione dei diritti ancora differente (mi ha fatto sorridere con un velo di amarezza l'espressione di Charles quando, insieme alla sua ragazza, mi ha detto "nous sommes pacsé").
Però mi ha consolato e rasserenato dunque questa rimpatriata fra amici europei, convincendomi che, nonostante la crisi e nonostante le spinte disgregatrici cui assistiamo in Italia e in altri Paesi dell'Unione Europea, ci sia ancora lo spazio per riprendere il cammino dell'Unione. Sapere che sono centinaia di migliaia i ragazzi che, come me, Charles, Lilì, Uli, Fred, Ruud, Magdala, credono nello spirito europeo è uno stimolo ad avere speranza e a combattere insieme per unirci un giorno in un'unica grande federazione, gli Stati Uniti d'Europa.
venerdì 21 settembre 2012
CASO POLVERINI: UN MONITO PER TUTTI
Lo scandalo venuto fuori in questi giorni alla Regione Lazio non ha bisogno di ulteriori chiarimenti: si tratta di spreco deliberato e volontario di denaro pubblico ad uso e consumo di politici-politicanti che spremono lo "Stato-vacca" fregandosene della crisi, di chi non lavora, di chi campa invece di vivere.
Brucia sapere che la politica non riesce a prendere per tempo provvedimenti per prevenire e arginare questo mal costume, ma reagisce solo davanti all'evidenza dei fatti resi di dominio pubblico; brucia anche la timidezza di chi, opposizione, dovrebbe vigilare e all'occorrenza denunciare. Il dubbio-certezza che simili comportamenti siano diffusi fra tutti i gruppi politici è insistente.
E' ancor più per questo che dobbiamo essere presenti, che dobbiamo presidiare i luoghi del confronto e della democrazia, i luoghi delle decisioni e della politica. La risposta a tutto questo non può essere la fuga e il disinteresse, ancor meno la denigrazione generalizzata e nichilista della politica: questa politica, questi partiti ce li dobbiamo prendere, dobbiamo invaderli, perchè ogni spazio occupato da un cittadino onesto e propositivo è uno spazio tolto a chi usa la cosa pubblica per i propri interessi.
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