Eh si, da ieri si ha proprio la sensazione di aver voltato pagina. Aver vissuto in prima persona l'atmosfera di attesa e poi di liberazione per le strade di Roma ha confermato quella che era una sensazione tutta personale.
Ho voluto partecipare direttamente ad un momento storico per la storia della nostra Repubblica e per la nostra politica: la fine di un' era dominata da un personaggio che, nel bene e nel male, ha catalizzato sempre e comunque l'attenzione degli italiani, dei media, di coloro che ci osservavano e coloro che ci giudicavano.
La gente scesa per strada ieri, che urlava contro Berlusconi e i suoi accoliti non era organizzata ovviamente - come tentano ancora di strombazzare oggi i suoi "discepoli", con quel poco di voce rimasta loro.. Erano persone che non hanno mai creduto al sogno berlusconiano o che ci hanno creduto e ne sono rimasti delusi. Non c'erano bandiere di partito, non c'erano slogan e cartelli contro una parte politica: i messaggi erano rivolti contro una persona. Quella persona che ha diviso gli italiani per quasi venti anni, che li ha illusi proponendo un modello fatto di lustrini e luci della ribalta, battute scherzose e vizi spacciati per normalità, li ha umiliati agli occhi del mondo, li ha resi meno capaci di reagire, di discernere, di vedere la verità dei fatti.
E oggi questa verità la vediamo, ne distinguiamo bene le macerie, la sciatteria, la vergogna, l'umiliazione.
Noi, il Paese della cultura, della storia, dell'intraprendenza, della creatività; il Paese dei migranti, dei lavoratori onesti che hanno fatto sacrifici e hanno risalito la scala sociale dei Paesi che li hanno ospitati; il Paese delle idee geniali, dell'estro artistico, della gioia di vivere; il Paese della famiglia, dei valori umani, della solidarietà.
Venti anni in cui molto di questo è venuto meno, si è sbiadito, si è intaccato, certamente è scomparso agli occhi del mondo.
E' il momento di ritirare fuori tutto questo, di rialzare la testa, di sperare e di pretendere la dignità che ci è stata tolta. E' anche il momento di tornare ad essere un Paese normale, dove la contrapposizione politica e le visioni diverse della società si contrappongano in modo chiaro, anche duro, ma rispettoso; dove, nei momenti di difficoltà e nelle scelte fondamentali ci si ritrovi in dei valori e delle regole comuni; è il momento in cui si deve ritrovare il sentimento della generosità, dell' "unione fà la forza", come italiani.
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