Da quando il giorno della Memoria è entrato fra le ricorrenze ufficiali del nostro Paese, si sta cominciando a riannodare il filo dei ricordi, anche quelli dimenticati o nascosti, di ciò che è stato l'Olocausto. E ciò è importante perchè, anche su queste tematiche, per troppi anni la nostra "civiltà" ha tralasciato molte cose, facendo luce giustamente sullo sterminio dei milioni di ebrei da parte del nazismo - e con la complicità del fascismo italiano - ma lasciando spesso in ombra le altre stragi dell'Olocausto, altri milioni di morti: Rom e Sinti, Testimoni di Geova, omosessuali gay e lesbiche, disabili, civili slavi.
Non so se ciò è avvenuto per precise volontà o per carenza di testimonianze, ma è un fatto a cui solo di recente, fortunatamente, si inizia a porre rimedio.
E' importante ricordare l'Olocausto nella sua interezza e complessità non per sminuire la portata dell'eccidio degli ebrei che, numericamente, ha costituito una grossa fetta dei 13-19 milioni di morti stimati (le cifre ancora sono incerte) ma per ricordare alle coscienze di tutti noi, a coloro che verranno, a coloro che non sanno, che quel modello di società, quelle ideologie discriminatorie della diversità, della pluralità umana, del corpo e della mente, sono all'origine di questa pagina buia dell'umanità.
Ancora oggi gruppi isolati tentano di affrancare quelle ideologie, quei modelli basati sulla discriminazione delle naturali differenze fra uomo e uomo, sulle soluzioni facili, immediate e radicali, facendo leva sui bisogni insoddisfatti di parti più deboli della società attuale, ancor di più in un periodo come quello di oggi, fiaccato da una crisi che, da economica, si trasforma rapidamente in crisi sociale.
E' per questo che ancor più ferma e vivida deve restare la fiamma della memoria: perchè dentro di noi cova e coverà sempre il germe della bestialità primordiale dell'uomo e solo promuovendo modelli inclusivi di convivenza potremo tenerlo sotto controllo.
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