In questi giorni ho visto spuntare sui giornali nazionali, on line e cartacei, articoli riguardanti le dimissioni del Sindaco di Monasterace, Maria Carmela Lanzetta. Mi sono incuriosito subito alla notizia perchè subito mi sono tornati in mente quei giorni in cui ho conosciuto direttamente questo Sindaco.
Mi trovavo ad essere tornato a vivere in Calabria appunto (doveva essere il 2006 credo) e, con la cooperativa fondata insieme ad altre ragazze coetanne - tutti neolaureati ed entusiasti nel metterci alla prova con la realtà nostra - andavamo in cerca di opportunità lavorative nell'ambito della valorizzazione di siti culturali di interesse. Ovviamente la nostra attenzione è passata anche per Monasterace (un piccolo centro della costa Jonica con ancora varie testimonianze storiche ed architettoniche interessanti) dove le rovine di una delle poleis della Magna Graecia - Kaulon - ancora sono ben visibili lungo la costa 8in particolare i resti del basamento del tempio di Zeus), nonostante gli sconquassi causati dalla costruzione della SS.106 e dai successivi abusivismo ed incuria generale, tipici non solo di Monasterace ma della Calabria tutta.
Ricordo perfettamente che, quando contattammo il Sindaco Lanzetta, riuscendo a vederci alcune volte, era proprio lei stessa che si trovava alle prese con il recupero di una struttura abbandonata da più di vent'anni, un Antiquarium posizionato non lontano dalle rovine archeologiche, che aveva tutta l'intenzione di far vivere finalmente, dopo tutti quegli anni diabbandono - e di spreco di denaro pubblico. Noi ci eravamo proposti per la gestione dei servizi interni e così avemmo l'occasione di visitare l'interno della struttura, di avere da lei una spiegazione di tutti i problemi che doveva superare e dell'opposizione che incontrava in questo lavoro di recupero; opposizione ovviamente di parte dei suoi stessi cittadini che non vedevano di buon occhio un sindaco che lavorasse nella legalità, che cercasse delle alternative valide ed oneste per il futuro del suo territorio. ricordo ancora di quando ci raccontava di ciò che aveva trovato al Comune: i forti debiti, l'ostruzionismo velato e non, il fattoche aveva rinunciato al suo stipendio da sindaco pur di alleviare il peso delle spese comunali. Insomma avevo avuto l'impressione di una persona onesta che tentava davvero di fare.
Sono passati anni da allora e ritrovare questo nome associato ad attentati mafiosi e dunque a delle dimissioni mi lascia sgomento e con l'amaro in bocca: perchè ancora una volta è la conferma che ci sono parti d'Italia senza Stato, la mia terra in particolare, luoghi dove essere onesti è un atto di eroismo e non la normalità. Eh si, perchè spesso in Calabria non si può nemmeno essere onesti, pur volendo, perchè il prezzo che rischi di pagare è troppo alto. Spesso sento gente "del nord" che critica con una certa leggerezza chi si piega alle minacce della malavita, ma poi non sà cosa c'è dietro o semplicemente onn capisce cosa una persona deve mettere in gioco. E lo Stato continua a non esserci, il Sindaco Lanzetta è una italiana onesta rispettosa delle istituzioni che è stata costretta dallo Stato ad essere eroina. Un'eroina suo malgrado.
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