martedì 8 maggio 2012

CATANZARO NON E' PARMA

E' interessante notare la differenza fra i risultati delle elezioni Amministrative 2012 nei Comuni di Parma e Catanzaro. Due città capoluoghi di Provincia (Catanzaro lo è anche di Regione): Parma, città della ricca Emilia Romagna, città del nord con i suoi quasi 190 mila abitanti; Catanzaro città povera della ancor più povera Calabria, con circa 93 mila abitanti. Entrambe a governo uscente di centro destra, entrambe scosse da scandali e colpi di scena che hanno caratterizzato l'Amministrazione uscente.
I risultati elettorali ci hanno regalato però due risposte e due valutazioni diverse, antitetiche,  dell'operato evidentemente e palesemente negativo delle due coalizioni entrambi di centrodestra, che suscitano una riflessione - oltre allo stupore di chi era coinvolto in una di queste battaglie elettorali: Parma ha risposto mandando a casa gli "uscenti" guidati da Vignali, anche in modo fragoroso, senza appello; Catanzaro non solo non ha mandato a casa ma riconferma (o rischia di riconfermare, a seconda dell'esito degli approfondimenti in corso) al primo turno i valorosi uscenti del dimissionario Traversa. E allora mi chiedo come mai una tale differenza.
E' qui sta il nodo della democrazia italiana, il paradigma fra un'Italia in cui ancora prevale il senso civico e l'"opinione", la valutazione dei fatti e dei risultati raggiunti e non, e un'Italia schiava ancora del più becero feudalesimo politico- clientelistico. In alcuni luoghi si premiano i meritevoli e si puniscono coloro che hanno sbagliato, in altri si premiano sempre e comunque gli stessi, a prescindere dai risultati conseguiti.
A quando il merito anche nel sud? A quando una cittadinanza conscia della realtà che vive il Paese e non più in ritardo rispetto alle sfide dell'Italia e del mondo contemporaneo? L'arretratezza culturale ed economica che attanaglia ancora la Calabria si misura anche da questo. Catanzaro appunto non è Parma, ancora una volta.

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