domenica 9 ottobre 2011

IL PAPA TIEPIDO CON LA 'NDRANGHETA

Oggi il Papa è a Lamezia Terme, in Calabria. La mia regione, si sà, è una terra difficile, amara, piegata da decenni alla criminalità organizzata più potente al mondo. Le mafie nel sud crescono rigogliose da tempo, avviluppano nei loro tentacoli pezzi sempre ppiù grossi di economia, di politica, di società.

La Chiesa, nonostante timidi attacchi e tenui condanne, non ha mai preso posizione nette di condanna vera e dura. Eppure, e si sà anche questo, quanto le mafie attingano alla sfera del sacro, quanto i loro affiliati si dicano devoti e realmente partecipano spesso anche ai riti sacri o alle feste sacre sotto gli occhi indifferenti o consensienti delle autorità religiose locali.

Perciò anche la visita odierna di Benedetto XVI in Calabria è un'altra occasione persa - e persa già in altre circostanze da questo Papa e dal precedente Giovanni Paolo II - per condannare la 'ndrangheta e le altre mafie in modo definitivo. Perchè il Papa non ha mai lanciato ufficialmente la scomunica contro tutti i mafiosi? Perchè non si preme continuamente affinchè i propri parroci vigilino ed eventualmente siano puniti in caso di palese partecipazione dei mafiosi locali alle attività e agli avvenimenti sacri nelle parrocchie?

Ancora ricordo con emozione la bara di Piergiogio Welbi davanti ad una chiesa sbarrata ed ancora vedo con rabbia i funerali in pompa magna dei mafiosi italiani all'interno delle stesse chiese.

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