All'indomani dell'ultima tornata di elezioni amministrative, abbiamo sotto gli occhi un cambiamento consistente negli equilibri fra gli schieramenti. La sconfitta personale di Berlusconi è lampante, nonostante lui - ovviamente - non la voglia riconoscere. Mi chiedo allora quale sia, a mio giudizio, l'insegnamento e la lezione da trarre per noi, specialmente noi del Partito Democratico che ci auguriamo un Paese diverso, un Paese guidato da un'alternativa rispetto ad un uomo anziano avviluppato oramai come un polpo alla poltrona di capo del governo che è sua solo formalmente.
Io penso che siano due le cose che dovremmo tenere a mente per il prossimo futuro:
1) Si vince quando prevale la partecipazione: il PD ha saputo vincere (e le percentuali di consenso sono li a dimostrarlo) laddove ha saputo scegliere tenendo conto del sentire degli elettori, appunto facendo scelte in qualche modo partecipate - vedi le primarie di Milano, Torino, Bologna - e avendo l'umiltà di non imporre nessuno a nessuno, di uscire dalle stanze dei bottoni e scegliere "insieme".
2) Si vince quando si ha coraggio: alcune realtà hanno dimostrato, oramai al di fuori di ogni dubbio, che l'arroccamento dietor posizioni di difesa non danno frutto, che il coraggio paga, che il coraggio delle scelte, delle posizioni chiare, delle scelte "ardite" o di frontiera non sono necessariamente scelte che insinuano il dubbio ma anzi sono scelte che danno un segnale forte che la gente - che non è stupida - sà interpretare.
3) Si vince insieme: il Pd ha vinto insieme ad altri due partiti, SEL e IDV. La coalizione a tre di centrosinistra ha vinto. Questo è il dato di fatto. Significa che in tre si può vincere, che pensare un centrosinistra di tal fatta è possibile e può dare grandi risultati (li ha già dati in parte già questa volta), senza inseguire ipotetiche svolte centriste che rischiano di confondere gli elettori e di non far comprendere da che parte si stia. Questa è la coalizione che vorrei vedere alle prossime elezioni politiche.
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