mercoledì 5 ottobre 2011

LA MIA INDIGNAZIONE PASSA PER BARLETTA - e non per Perugia

E' notevole osservare la differenza di accento fra due notizie così diverse, sia nella cronaca che nel valore reale e simbolico. Da un lato l'assoluzione di Amanda e Raffaele sul delitto di Perugia, che ha smosso vagonate di gente davanti al tribunale a urlare "vergogna", decine di troupe televisive italiane e straniere, titoloni a prima pagina sui giornali e titoli di apertura nei tg; dall'altro la morte di lavoratrici sfruttate sotto il crollo di una palazzina, la notizia che scivola via con una certa velocità, l'assenza di "indignazione" popolare.

E' il classico esempio che ci fa capire un pò dove siamo arrivati in questo Paese: conta di più per l'opinione pubblica, e distrae di più, un fatto privato - un omicidio - assolutamente ininfluente e insignificante per la vita pubblica che un evento tragico paradigmatico di tanti altri casi simili esistenti in Italia, simbolo di una condizione di vita di migliaia di persone, di una problematica che ci interessa tutti. Fa più clamore un delitto "privato" che un omicidio preannunciato, intriso per giunta di storie di sfruttamento professionale ed umano. 

La mia indignazione dunque sta li, a Barletta; mi chiedo perchè davanti a quella casa crollata, a quel monumento al lavoro nero, non ci sia una folla inferocita a urlare "vergogna", "ora basta", "condizioni di lavoro decenti per chiunque", "e lo Stato dov'è", "la nostra vita vale 4 euro l'ora?" ecc...

E' proprio vero: molti italiani che scenderebbero davanti ad un tribunale per indignarsi per una sentenza che non li riguarda, probabilmente non scenderebbero ad indignarsi per il futuro dei loro figli.

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