lunedì 3 dicembre 2012

UN POPOLO DI GENTE NORMALE

PD Esquilino - la nostra "normalità"
Ancora un'altra mattina un pò sonnolenti e stanchi, ancora un'altra mattina in cui, tolti i panni del volontario militante, ci si sveglia dopo poche ore di sonno per andare sul posto di lavoro o per cercarlo, per badare ai bambini, per andare a scuola o all'università, per fare la spesa, e chi più ne ha... Si perché noi gente del PD - e potremmo stavolta aggiungere anche i nuovi volontari delle primarie di SEL, alla loro prima esperienza con le primarie - siamo in primis gente comune. Quando si frequentano i circoli del PD ad esempio, che siano riunioni più propriamente politiche o uscite fra amici, ci si rende conto abbastanza presto di avere a che fare con gente che puoi incontrare anche fuori per strada, con cui magari capita di scambiare due chiacchiere stando in bus o dal fornaio.
In questi giorni di febbrile attività in vista delle primarie di centrosinistra, oltre allo stress o ai confronti fra le diverse posizioni in campo, c'è sempre stato spazio di parlare delle cose di ogni giorno, dei problemi di lavoro di qualcuno o degli esami di diritto di altri, di mangiare insieme la torta portata da una "renziana" del gruppo, di fare colazione assieme alle 7.15 di mattina al nuovo bar cinese prima di andare ad aprire il seggio o di andare a mangiare una cosa dopo l'ennesima riunione; scherzando e ridendo insieme in barba al montare di polemiche fra "comitati" differenti, spesso più roba da giornale che fatti di consistenza reale.

Perché alla fine di questa avventura visssuta nell'ultimo mese, solo due parole resta nella memoria di molti di noi e dunque anche nella mia: la prima parola é "gruppo".
Gruppo perché abbiamo dimostrato ancora una volta - e soprattutto questa, in virtù di una vera competizione - di essere capaci di creare un dibattito senza che questo porti necessariamente ad una guerra fredda fra fazioni, proprio perché diventa sempre più chiaro a noi tutti il perché di una competizione e di un confronto interno, volto a trovare di volta in volta nuova linfa per il futuro, nuove sintesi e slancio verso nuove proposte.

La seconda parola é "normalità": normalità perché noi tutti, prima che militanti o simpatizzanti, siamo persone comuni, di quelle che hanno mille caratteristiche diverse e bisogni comuni, persone "normali" appunto. Normalità perché le primarie di ieri hanno decretato non solo una grande partecipazione di persone "normali" che abbiamo accolto, scambiandoci opinioni o semplicemente sorrisi; le primarie hanno sancito finalmente la vittoria di un candidato "normale", di chi ha messo davanti il contenuto alla forma, sfidando - a mio parere coraggiosamente - la storia italiana degli ultimi vent'anni in cui si é costruito, mattone dopo mattone, un modello di società "berlusconiana", fortemente basata sul leader superuomo, sui grandi contenitori molto comunicativi ma vuoti, un modello la cui superficialità, impattando con la più forte crisi dal dopoguerra ad oggi, ha generato un nichilismo ed un'avversione contro il "sistema" capaci di ritorcersi contro la società stessa.
E proprio perché facciamo parte di un popolo di gente comune e normale, sono contento oggi: c'é molta strada da fare ancora ma almeno con la sensazione che forse si può "guarire", che possiamo finalmente tornare ad occuparci della società parlando di noi, di ciò che siamo realmente, dei nostri difetti, delle nostre qualità e dei nostri problemi, dalla vita di tutti i giorni a chi fa politica rappresentando un popolo.

lunedì 19 novembre 2012

BERSANI...PERCHE' IO MI FIDO.

Ho iniziato la mia esperienza nel Partito Democratico quattro anni fà, con le Primarie del 2009 con le quali si eleggeva il segretario nazionale Pierluigi Bersani. Non ero un suo sostenitore durante quella campagna, votai Ignazio Marino: ero infatti convinto del fatto che, nel percorso di costruzione di un programma e di un'identità del PD, fosse necessaria una componente di freschezza ed innovazione su alcuni temi. La democrazia ha le sue regole - altrimenti non sarebbe tale - e dal giorno dopo Bersani é stato il segretario mio e di tutti.
Nei quattro anni successivi, il PD di Bersani ha lavorato con continuità, anche con difficoltà a volte, a costruire un percorso di idee, ad elaborare documenti programmatici, a risolvere le questioni più delicate, come ad esempio quelle legate ai diritti civili, ad intessere una tela di alleanze nonostante l'Italia e la politica vivessero e vivono ancora un passaggio delicatissimo eppure fondamentale.
Nonostante tutto, ci siamo arrivati: dopo quattro anni, oggi, le Primarie del centrosinistra e cinque candidati. La domanda fondamentale da porsi - e che mi son posto - per scegliere il candidato giusto é la seguente: "chi fra i cinque candidati é il più adatto a rappresentare l'intera coalizione di centrosinistra ed a svolgere il ruolo di Presidente del Consiglio? Chi fra questi rappresenta nella maniera più completa lo spirito del centrosinistra che si candida a governare l'Italia?".
Di fronte a queste domande non ho potuto avere esitazioni, ho scelto Pierluigi Bersani. Perchè?

Perché Bersani  é stato già un buon amministratore ed é una persona competente, auterevole ed umana.
Perché il Ministro Bersani per primo ha creduto nello sviluppo delle energie rinnovabili, perché non ha solo annunciato le liberalizzazioni, le ha fatte.

Perché l'Italia ha bisogno di voltare pagina con i personalismi, perché il "noi" conta di più dell'io".
Perché il PD ed il centrosinistra crede nella forza rivoluzionaria delle riforme. E le riforme che riguardano la struttura stessa dello Stato, hanno bisogno di essere condivise da una maggioranza più ampia della propria per essere realmente le riforme di tutti.


Perché voglio essere rappresentato degnamente all'estero da una figura autorevole e degna di fiducia.
Perché voglio un'Italia che guardi all'Europa e che si senta europea, perché voglio un centrosinistra europeo che porti avanti il progetto di un' Europa unita.

Perché quando si va al governo non si governa solo per chi ti ha sostenuto, ma si governa per l'intero Paese.
Perché un vero leader é colui che sà scorgere i problemi futuri e cerca di arginarli anche sacrificando la propria popolarità, che pensa più a fare "per" che non a urlare "contro" qualcuno.

Perché per costruire un futuro migliore abbiamo bisogno dell'energia dei giovani ma anche dei consigli di chi ha più esperienza. Perché vorrei rottamare vecchi modi di fare e non persone. E per essere innovativi non é necessario essere più giovani di altri ma essere più coraggiosi e competenti.

Perché i diritti delle persone, dei disabili, delle donne, degli omosessuali, degli immigrati, dei giovani sono fondamentali per l'affermazione di una vera democrazia. Perché il diritto al lavoro é ciò che da dignità e futuro alla persona e non ciò che l'umilia o lo angoscia. Perché l'istruzione pubblica ed i servizi pubblici rendono i cittadini eguali e liberi.

Perché la moralità dev'essere la bussola che guida l'azione della politica e dei cittadini.

Perché guardando il mondo con gli occhi dei più deboli, si costruisce un mondo migliore per tutti e chi ha di più deve dare di più.


Perché credo nel progetto del PD e nei tantissimi volontari e sostenitori, giovani e meno giovani che ogni giorno donano parte del proprio tempo e delle proprie energie per costruire il futuro di tutti.

Perché di Pierluigi Bersani io mi fido.




domenica 18 novembre 2012

I BRONZI DI RIACE NON POSSONO SALVARCI

un'immagine dello stand della Calabria alla Borsa Europea del Turismo Archeologico di Paestum
Sono appena rientrato stasera - 17 novembre - da Paestum dove ho visitato per la prima volta la Borsa Europea del Turismo Archeologico, giunta quest'anno alla XV° edizione, dal 15 al 18 novembre 2012. Sono rimasto piacevolmente colpito dalla dimensione di questo importante appuntamento, dall'organizzazione generale che coinvolge un'intera cittadina, oltreché dalla quantità di luoghi e territori promossi - città e regioni italiane, Stati esteri - e dalla qualità di alcune proposte legate alla valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale ed archeologico in particolare. Ogni regione ha il suo stand con tanto materiale informativo - anche multilingue - e promozionale legato non solo al territorio ma in particolare ai siti archeologici e/o alle iniziative messe in campo per la valorizzazione: scavi archeologici, percorsi tematici, attività dedicate a particolari categorie di utenze. Scorgo lo stand della Regione Calabria, incuriosito dal ritrovare le immagini dei luoghi che dimostrano la grande ricchezza del patrimonio archeologico della nostra regione. Dopo un primo colpo d'occhio sull'allestimento - giocato essenzialmente su alcuni schermi che proiettano alcune immagini a rotazione e su una immagine gigante dei due celebri Bronzi di Riace - mi avvicino a sfogliare il materiale promozionale. Con mia grande sorpresa scopro che ci sono solo due tipi di prodotti: uno che pubblicizza il mare calabrese - oltre ad alcune fotografie panoramiche, non ha altri elementi di novità accattivanti - l'altro sulle terme calabresi. La domanda nasce spontanea: "e l'archeologia dov'è?". Allora chiedo ad una hostess dello stand il materiale dedicato al tema della manifestazione e ricevo come risposta un "mi dispiace l'abbiamo terminato, fino a ieri ce l'avevamo". Assurdo: su quattro giorni di durata della manifestazione, per ben due giorni lo stand Calabria non ha il materiale sui luoghi dell'archeologia della regione. 
A chiunque penso verrebbe in mente di chiedersi "ma i siti archeologici di Calabria quali sono? Ma ci sono? Come sono?". E io che sapevo, mi sono chiesto dove fossero i vari Scolacium, Locri, Crotone, Sibari, i tanti musei archeologici, le torri che puntellano le coste, le abbazie dirute sui monti impervi...Come si fa a chiedere ai due bronzi di metterci la faccia, di coprire la nostra incompetenza, la sciatteria di un ente regionale e di un Assessorato al Turismo che nemmeno sà gestire uno stand promozionale in un importante contesto internazionale come la Borsa Europea del Turismo Archeologico di Paestum? Si sappia dunque che la Regione Calabria a Paestum é di fatto una regione fantasma, che sta li senza mostrare ciò che avrebbe da offrire, anzi, mostra prevalentemente l'inefficienza e l'incompetenza di chi non sa svolgere il proprio compito.

mercoledì 7 novembre 2012

OBAMA E LA BUSSOLA DEI DIRITTI

Dopo alcune ore di stanotte passate a leggere i dati sull'andamento dello spoglio per le elezioni USA, mi sono svegliato stamattina con la soddisfazione di leggere il risultato finale: Obama è di nuovo Presidente degli Stati Uniti.
Una vittoria difficile, non scontata, a seguito di una campagna elettorale dura con passaggi complessi. 
E' difficile essere confermati alla guida di un popolo durante un periodo di crisi economica: è un'esperienza già vissuta da molti leader europei. Eppure Obama ce l'ha fatta.
Mi permetto di sottolineare almeno tre elementi caratteristici del governo Obama e dunque del risultato ottenuto oggi: 
1. L'impegno dimostrato nella la volontà di mettere il lavoro al centro dell'azione di governo, sia pur declinato alla "maniera americana": la soluzione della crisi dell'industria dell'automobile Crysler è stato l'esempio più espplicito (che ha portato dunque al risultato decisivo dell'Ohio) 
2. L'impegno nel sostenere le fasce più deboli della popolazione, specialmente con l'attuazione della riforma sanitaria, sia pur con le difficoltà legate alla tenuta dei conti pubblici e all'opposizione della Camera in mano ai repubblicani.
3. L'impegno sul tema dei diritti civili fin dalla prima campagna elettorale, con lo splendido risultato di stanotte riguardo ai referendum su marjuana e soprattutto sul matrimonio omosessuale in alcuni Paesi.

E' dunque chiara la bussola di Obama: lavoro, democrazia e solidarietà, diritti.

E' ora che anche in Italia la bussola cambi direzione.

NOI, CITTADINI D'EUROPA

Lo scorso week end ho avuto modo di rivedere qui a Roma, dopo tanti anni, un gruppetto di amici che, durante gli anni universitari, ho conosciuto durante il mio anno Erasmus a Paris e l'anno successivo qui a Roma. Un gruppetto composto da francesi, olandesi, spagnoli, tedeschi..Abbiamo passato molte ore a chiacchierare, ad aggiornarci sulle vite degli altri, a rivivere ricordi e luoghi a spasso per la città. E' stato emozionante e bellissimo oltre che interessante.
Fra un sorriso e l'altro, è stata un'occasione importante per scoprire una visione comune almeno su due riflessioni: il senso del progetto Erasmus che di recente è tornato alla ribalta per via della volontà di tagliarne i fondi, un progetto che tutti riteniamo davvero uno degli artefici principali per la creazione di una vera comunità europea di persone; la consapevolezza comune che solo l'Europa nella sua unità potrà dare un futuro al nostro continente e dunque nostre vite.
Ho constatato delle differenze certo: la situazione economica migliore in alcuni Paesi rispetto all'Italia, la situazione dei diritti ancora differente (mi ha fatto sorridere con un velo di amarezza l'espressione di Charles quando, insieme alla sua ragazza, mi ha detto "nous sommes pacsé").
Però mi ha consolato e rasserenato dunque questa rimpatriata fra amici europei, convincendomi che, nonostante la crisi e nonostante le spinte disgregatrici cui assistiamo in Italia e in altri Paesi dell'Unione Europea, ci sia ancora lo spazio per riprendere il cammino dell'Unione. Sapere che sono centinaia di migliaia i ragazzi che, come me, Charles, Lilì, Uli, Fred, Ruud, Magdala, credono nello spirito europeo è uno stimolo ad avere speranza e a combattere insieme per unirci un giorno in un'unica grande federazione, gli Stati Uniti d'Europa.

venerdì 21 settembre 2012

CASO POLVERINI: UN MONITO PER TUTTI


Lo scandalo venuto fuori in questi giorni alla Regione Lazio non ha bisogno di ulteriori chiarimenti: si tratta di spreco deliberato e volontario di denaro pubblico ad uso e consumo di politici-politicanti che spremono lo "Stato-vacca" fregandosene della crisi, di chi non lavora, di chi campa invece di vivere. 

Brucia sapere che la politica non riesce a prendere per tempo provvedimenti per prevenire e arginare questo mal costume, ma reagisce solo davanti all'evidenza dei fatti resi di dominio pubblico; brucia anche la timidezza di chi, opposizione, dovrebbe vigilare e all'occorrenza denunciare. Il dubbio-certezza che simili comportamenti siano diffusi fra tutti i gruppi politici è insistente.
E' ancor più per questo che dobbiamo essere presenti, che dobbiamo presidiare i luoghi del confronto e della democrazia, i luoghi delle decisioni e della politica. La risposta a tutto questo non può essere la fuga e il disinteresse, ancor meno la denigrazione generalizzata e nichilista della politica: questa politica, questi partiti ce li dobbiamo prendere, dobbiamo invaderli, perchè ogni spazio occupato da un cittadino onesto e propositivo è uno spazio tolto a chi usa la cosa pubblica per i propri interessi.

martedì 8 maggio 2012

CATANZARO NON E' PARMA

E' interessante notare la differenza fra i risultati delle elezioni Amministrative 2012 nei Comuni di Parma e Catanzaro. Due città capoluoghi di Provincia (Catanzaro lo è anche di Regione): Parma, città della ricca Emilia Romagna, città del nord con i suoi quasi 190 mila abitanti; Catanzaro città povera della ancor più povera Calabria, con circa 93 mila abitanti. Entrambe a governo uscente di centro destra, entrambe scosse da scandali e colpi di scena che hanno caratterizzato l'Amministrazione uscente.
I risultati elettorali ci hanno regalato però due risposte e due valutazioni diverse, antitetiche,  dell'operato evidentemente e palesemente negativo delle due coalizioni entrambi di centrodestra, che suscitano una riflessione - oltre allo stupore di chi era coinvolto in una di queste battaglie elettorali: Parma ha risposto mandando a casa gli "uscenti" guidati da Vignali, anche in modo fragoroso, senza appello; Catanzaro non solo non ha mandato a casa ma riconferma (o rischia di riconfermare, a seconda dell'esito degli approfondimenti in corso) al primo turno i valorosi uscenti del dimissionario Traversa. E allora mi chiedo come mai una tale differenza.
E' qui sta il nodo della democrazia italiana, il paradigma fra un'Italia in cui ancora prevale il senso civico e l'"opinione", la valutazione dei fatti e dei risultati raggiunti e non, e un'Italia schiava ancora del più becero feudalesimo politico- clientelistico. In alcuni luoghi si premiano i meritevoli e si puniscono coloro che hanno sbagliato, in altri si premiano sempre e comunque gli stessi, a prescindere dai risultati conseguiti.
A quando il merito anche nel sud? A quando una cittadinanza conscia della realtà che vive il Paese e non più in ritardo rispetto alle sfide dell'Italia e del mondo contemporaneo? L'arretratezza culturale ed economica che attanaglia ancora la Calabria si misura anche da questo. Catanzaro appunto non è Parma, ancora una volta.

martedì 17 aprile 2012

C'E' SCRITTO ABRAMO, SI LEGGE TRAVERSA: RIPROPOSIZIONE DI UN FALLIMENTO GIA' AVVENUTO

Consiglieri comunali Catanzaro ricandidati


In questi giorni di fervente campagna elettorale a Catanzaro, fa sorridere la rincorsa di molti candidati a dichiarare la "novità" del proprio candidato a Sindaco, chiunque esso sia. La cosa buffa è che spesso si utilizza questo argomento in chiave negativa contro i propri avversari con dichiarazioni del tipo "voti Sclazo, voti Olivo", molto in voga fra le frasi "ad effetto" del candidato Abramo. Ma leggiamo nei fatti concreti chi ha ragione. I fatti dicono questo: che la maggior parte dei consiglieri comunali eletti durante le Amministrative del 2011 col centrodestra - e quindi in sostegno del "salvatore" Traversa - sono ricandidati anche quest'anno con Abramo, il secondo "salvatore" di questa città (vedi tabella). E' quindi del tutto evidente l'incoerenza fra le dichiarazioni provocatorie del "sindaco dei sindaci" Abramo con le quali accusa Scalzo di  essere una pedina nelle mani di Olivo, e poi la realtà nuda e cruda dei fatti che smentisce le parole di Abramo: 18 consiglieri di destra su 26 (l'elenco dei consiglieri è tratto dal sito del Comune di Catanzaro, confrontati con l'elenco dei candidati del 2012. Si segnalino eventuali inesattezze), già eletti con Traversa, sono ricandidati con Abramo. E questo sarebbe l'elemento innovativo per la buona amministrazione della città che Abramo tanto sponsorizza? La riproposizione dello stesso centrodestra che ha clamorosamente fallito? Perchè i cittadini dovrebbero riaffidarsi agli stessi che hanno causato questo disastro? I catanzaresi dimostrino di essere svegli e non votino questo ex-sindaco e questa gente che ha già avuto più volte l'onore della prova. Ora tocca all'alternativa.

giovedì 12 aprile 2012

APERITIVO CON SALVATORE SCALZO

Ieri il comitato elettorale “Fuori sede a Roma per Salvatore Scalzo Sindaco” ha accolto Salvatore Scalzo nel cuore del quartiere San Lorenzo, durante un aperitivo organizzato per l’occasione. Una serata  utile per dare la possibilità di confrontarsi direttamente con il candidato e di esprimere delle riflessioni in merito all’andamento della campagna elettorale ed in merito alle iniziative già terminate e a quelle da intraprendere nel prossimo futuro.
Salvatore ha ribadito l’importanza del rapporto con tutti i catanzaresi che vivono lontani dalla propria città, convinto del fondamentale apporto di entusiasmo e di passione civile che possono trasmettere, ma anche dell’apporto di idee e di mentalità nuove alla costruzione di un’alternativa vera e credibile rispetto al fallimento di decennali politiche di destra. E’ infatti emerso un dato significativo, e cioè che il nuovo forte aumento di emigrazione giovanile a Catanzaro si è avuto proprio negli anni di amministrazione Abramo, e che comunque il modello economico di sviluppo da parte del candidato del centrodestra è un modello non sostenibile e fragile, basato prevalentemente sui call-center e sui centri commerciali.
Infine una riflessione sull’immediato futuro e sul rush finale di questa campagna elettorale: spingere ancora di più sulle associazioni studentesche, sul passaparola, sulle famiglie che vivono in città; tutto per raggiungere il massimo risultato e sperare così in una vera svolta.
Quel che è certo è che l’umanità e la competenza di Salvatore Scalzo, il suo essere a noi vicini nelle idee il suo appartenere alla nostra generazione, non possono non essere colti da noi catanzaresi che, da tanti luoghi d’Italia, abbiamo la possibilità di un gesto di impegno civile importante: coinvolgere i nostri amici, tornare a Catanzaro tutti insieme e scegliere il cambiamento, votare per Salvatore Scalzo.

martedì 3 aprile 2012

COSTRETTI ALL' EROISMO

In questi giorni ho visto spuntare sui giornali nazionali, on line e cartacei, articoli riguardanti le dimissioni del Sindaco di Monasterace, Maria Carmela Lanzetta. Mi sono incuriosito subito alla notizia perchè subito mi sono tornati in mente quei giorni in cui ho conosciuto direttamente questo Sindaco.
Mi trovavo ad essere tornato a vivere in Calabria appunto (doveva essere il 2006 credo) e, con la cooperativa fondata insieme ad altre ragazze coetanne - tutti neolaureati ed entusiasti nel metterci alla prova con la realtà nostra - andavamo in cerca di opportunità lavorative nell'ambito della valorizzazione di siti culturali di interesse. Ovviamente la nostra attenzione è passata anche per Monasterace (un piccolo centro della costa Jonica con ancora varie testimonianze storiche ed architettoniche interessanti) dove le rovine di una delle poleis della Magna Graecia - Kaulon - ancora sono ben visibili lungo la costa 8in particolare i resti del basamento del tempio di Zeus), nonostante gli sconquassi causati dalla costruzione della SS.106 e dai successivi abusivismo ed incuria generale, tipici non solo di Monasterace ma della Calabria tutta.
Ricordo perfettamente che, quando contattammo il Sindaco Lanzetta, riuscendo a vederci alcune volte, era proprio lei stessa che si trovava alle prese con il recupero di una struttura abbandonata da più di vent'anni, un Antiquarium posizionato non lontano dalle rovine archeologiche, che aveva tutta l'intenzione di far vivere finalmente, dopo tutti quegli anni diabbandono - e di spreco di denaro pubblico. Noi ci eravamo proposti per la gestione dei servizi interni e così avemmo l'occasione di visitare l'interno della struttura, di avere da lei una spiegazione di tutti i problemi che doveva superare e dell'opposizione che incontrava in questo lavoro di recupero; opposizione ovviamente di parte dei suoi stessi cittadini che non vedevano di buon occhio un sindaco che lavorasse nella legalità, che cercasse delle alternative valide ed oneste per il futuro del suo territorio. ricordo ancora di quando ci raccontava di ciò che aveva trovato al Comune: i forti debiti, l'ostruzionismo velato e non, il fattoche aveva rinunciato al suo stipendio da sindaco pur di alleviare il peso delle spese comunali. Insomma avevo avuto l'impressione di una persona onesta che tentava davvero di fare.
Sono passati anni da allora e ritrovare questo nome associato ad attentati mafiosi e dunque a delle dimissioni mi lascia sgomento e con l'amaro in bocca: perchè ancora una volta è la conferma che ci sono parti d'Italia senza Stato, la mia terra in particolare, luoghi dove essere onesti è un atto di eroismo e non la normalità. Eh si, perchè spesso in Calabria non si può nemmeno essere onesti, pur volendo, perchè il prezzo che rischi di pagare è troppo alto. Spesso sento gente "del nord" che critica con una certa leggerezza chi si piega alle minacce della malavita, ma poi non sà cosa c'è dietro o semplicemente onn capisce cosa una persona deve mettere in gioco. E lo Stato continua a non esserci, il Sindaco Lanzetta è una italiana onesta rispettosa delle istituzioni che è stata costretta dallo Stato ad essere eroina. Un'eroina suo malgrado.

giovedì 8 marzo 2012

E' TEMPO DI RIMETTERSI IN CAMMINO

E' passato un anno da quella sera in cui, nel quartiere San Lorenzo a Roma, conobbi di persona Salvatore Scalzo..Una riunione dei fuori sede "romani" di Catanzaro in una sala del un circolo PD di San Lorenzo.. Era la prima volta che davvero avevo di fronte, a Roma, una concentrazione così elevata di giovani della mia città. Sopratutto era la prima volta che vedevo una concentrazione di giovani catanzaresi ed interessati ad un progetto nuovo, politico, ad un sogno. Una serata surreale, con l'animo di un carbonaro, sorpreso e commosso.
Poi ci fù una campagna elettorale fulminea quanto intensa, la speranza di vedere un cambiamento, l'entusiasmo dei tanti fino a quel momento messi ai margini da un sistema colloso e consolidato, la delusione di un risultato senza troppe sorprese.
E poi il "crollo" del superman Traversa, le speranze che si riaccendono, la telefonata di Salvatore che mi chiede di gestire il movimento romano, la voglia di riscatto, la passione civica che si riaffaccia silenziosamente nelle nostre menti...ed eccoci qua: oggi ci siamo ritrovati, dopo un anno, nel "mio" Circolo PD Esquilino, per riorganizzare un movimento che ci ha dato e ci darà soddisfazioni maggiori ..sperando questa volta che l'epilogo sia diverso.
E allora... TUTTI A LAVORO!

per info contattatemi pure: vincenzo.dornetti@gmail.com

venerdì 27 gennaio 2012

LA BESTIA CHE E' DENTRO

Oggi è il giorno della Memoria. Oggi ricordiamo l'Olocausto, un evento oramai considerato appartenente al passato. Per molti è una realtà lontana, da leggere sui libri di storia. C'è chi minimizza pensando che sia scontato che ciò non possa mai più accadere. Falso.
L'origine del male viene dal di dentro, ce l'abbiamo dentro in quanto uomini. Abbiamo una bestia dentro, pronta ad uscire se non ci sono briglie ben salde. E le briglie si costruiscono con la memoria del passato, ma anche con la consapevolezza del presente., delle nostre violenze quotidiane, le nostre discriminazioni, anche le più banali, le più piccole. Quando lasciamo un'auto davanti ad una discesa per disabili, quando deridiamo due ragazzi che si tengono per mano, quando vorremmo cacciare i rom da un accampamento o vorremmo che la classe di nostro figlio fosse composta tutta da "italiani".
Ce l'abbiamo dentro, rischiamo di covare inconsapevolmente ogni giorno il nostro personale "olocausto", di trasmetterlo ai nostri figli, di creare una coscienza collettiva xenofoba, intollerante, incapace di trovare la soluzione più difficile, abbandonata al populismo della soluzione immediata e radicale.
Stiamo attenti, siamo accorti, impariamo a combattere con noi stessi, con la bestia che sta dentro di noi se veramente vogliamo che ciò che è stato non accada mai più.

memorie di serie B

Da quando il giorno della Memoria è entrato fra le ricorrenze ufficiali del nostro Paese, si sta cominciando a riannodare il filo dei ricordi, anche quelli dimenticati o nascosti, di ciò che è stato l'Olocausto. E ciò è importante perchè, anche su queste tematiche, per troppi anni la nostra "civiltà" ha tralasciato molte cose, facendo luce giustamente sullo sterminio dei milioni di ebrei da parte del nazismo - e con la complicità del fascismo italiano - ma lasciando spesso in ombra le altre stragi dell'Olocausto, altri milioni di morti: Rom e Sinti, Testimoni di Geova, omosessuali gay e lesbiche, disabili, civili slavi.
Non so se ciò è avvenuto per precise volontà o per carenza di testimonianze, ma è un fatto a cui solo di recente, fortunatamente, si inizia a porre rimedio.
E' importante ricordare l'Olocausto nella sua interezza e complessità non per sminuire la portata dell'eccidio degli ebrei che, numericamente, ha costituito una grossa fetta dei 13-19 milioni di morti stimati (le cifre ancora sono incerte) ma per ricordare alle coscienze di tutti noi, a coloro che verranno, a coloro che non sanno, che quel modello di società, quelle ideologie discriminatorie della diversità, della pluralità umana, del corpo e della mente, sono all'origine di questa pagina buia dell'umanità.
Ancora oggi gruppi isolati tentano di affrancare quelle ideologie, quei modelli basati sulla discriminazione delle naturali differenze fra uomo e uomo, sulle soluzioni facili, immediate e radicali, facendo leva sui bisogni insoddisfatti di parti più deboli della società attuale, ancor di più in un periodo come quello di oggi, fiaccato da una crisi che, da economica, si trasforma rapidamente in crisi sociale.
E' per questo che ancor più ferma e vivida deve restare la fiamma della memoria: perchè dentro di noi cova e coverà sempre il germe della bestialità primordiale dell'uomo e solo promuovendo modelli inclusivi di convivenza potremo tenerlo sotto controllo.