giovedì 12 maggio 2011

DA CHE PARTE STARE

I giorni delle elezioni sono oramai arrivati, oggi e domani gli ultimi scampoli di campagna elettorale. E' quindi il momento della scelta, della valutazione e della fiducia, da dare agli aspiranti sindaci. La sfida assume anche un carattere nazionale - quanto meno così è diventata in modo certo da quando il nostro premier ha scelto questa interpretazione del voto - e diventa un banco di prova per gli schieramenti.
Credo che, al di là di questo, siano le situazioni locali ad avere il peso principale, come è giusto. A Catanzaro abbiamo di fronte una scelta molto netta da fare: o si è "di qua" o "di là"...mai come quest'anno la differenza si tocca con mano: da un lato un veterano della politica - vecchia? - dall'altra un esordiente; da un lato un candidato - Traversa - che ha già governato, ha già avuto ruoli politici importanti con i risultati che bene o male abbiamo sotto gli occhi (appunto, quali risultati, se non un "parchetto" osannato molto più del suo valore); è tutt'ora un deputato come minimo poco brillante che, nella classifica dell'efficienza dei parlamentari, sta al 577° posto su 630 (fonte: www.openparlamento.it). Dall'altra un candidato giovane - Salvatore Scalzo - istruito, che parla più lingue straniere - e non a mala pena un italiano stentato), competente, aperto, che mette a disposizione energie giovani e dinamiche, trasparenza e voglia di mettersi in gioco.

Non centra a questo punto l'ideologia o il "partito preso": qua si tratta di una scelta di metodo, di campo. Da un lato le vecchie logiche, quelle di cui tutti ci lamentiamo, il ricatto, il silenzio, la rassegnazione, il provincialismo sfrenato, l'ignoranza civica delle nostre coscienze; dall'altro la voglia di riscatto, la libertà di pensiero e d'azione, la voglia di far crescere culturalmente una società, la visione.

Si, VISIONE: perchè da un lato abbiamo un programma-fotocopia, un farfuglio di idee sparse, di interventi singoli, di specchietti per le allodole; dall'altra un programma partecipato, idee concrete e soprattutto una visione, un'idea di città nel suo complesso, con obiettivi a medio e lungo termine.

E' dunque il tempo di schierarsi col vecchio o col nuovo. E non c'è altra spiegazione o contorno retorico intorno a questo concetto: i cittadini hanno nelle loro mani la possibilità di scegliere il vecchio o il nuovo. E la responsabilità in democrazia è nelle mani dei cittadini, nel bene e nel male.

Nessun commento:

Posta un commento